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Un breve saggio diviso in tre sezioni, totalmente indipendenti l'una dall'altra. La prima tratta il "cogito" dal punto di vista strettamente filosofico, la seconda è di carattere linguistico e presenta il "cogito" come un "performativo"; la terza offre uno sguardo sulla biologia e la neurobiologia contemporanee, con osservazioni interessanti sugli studi di Cartesio e dello scienziato Damasio. L'Autrice coglie quel sapere di Cartesio ove l'anima è strettamente congiunta a tutto il corpo, pur non avendo la proprietà dell'estensione. Ci chiarisce che non si parla di "metà anima" o di "un quarto di anima". E se a un uomo viene amputata una gamba non si dice, per tale ragione, che è meno uomo di chi non abbia subito la sua mutilazione. Oggi si parla del grande "errore": ovvero quello di aver separato l'anima dal corpo; oppure di aver privilegiato la razionalità astratta, addirittura anticipando i modelli di Intelligenza Artificiale, sull'intelligenza del corpo. Cartesio nel '600 sottolineava come nella vita siano importanti due cose: la tranquillità dell'anima e la conservazione in buona salute del corpo, per la quale la natura è una grande maestra "innata".